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| Julian Assange |
Julian Assange, alcuni lo ricorderanno, è il noto fondatore di WikiLeaks il sito che ha sbandierato al mondo intero gli scheletri nell'armadio statunitense (e non solo). Pur di arrestarlo erano state diffuse voci in merito ad una donna svedese che lo avrebbe accusato di stupro, poi, quando lui si è rifugiato nell'ambasciata Ecuadoregna a Londra, la donna ha negato anche solo di conoscerlo.
Oggi Assange ha dichiarato che, dopo due anni, lascerà l'ambasciata dell'Ecuador a Londra. I mezzi d'informazione hanno dichiarato che se ne andrà a causa di problemi cardiaci, ma sembra che ci possa essere dell'altro non meglio definito.
Assange si era rifugiato presso l'ambasciata chiedendo asilo poiché temeva (e teme) di essere consegnato agli agenti americani. Gli Usa, infatti, sono pronti a chiedere un ergastolo per (udite udite!) aver rivelato "documenti diplomatici riservati".
Strano caso il suo.
La vicenda di Assange dimostra come sia lecito per i governi nascondere informazioni ai cittadini; chiunque parli senza avere le prove viene tacciato di "complottismo fantasioso" e, d'altra parte, se si hanno le prove si rischia l'ergastolo.
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| Bradley E. Manning |
Nel frattempo attorno all'ambasciata dell'Ecuador a Londra si sono assiepati giornalisti a decine, curiosi, sostenitori di Wikileaks e agenti. Addirittura un elicottero della polizia pattuglia il cielo in attesa che Assange metta fuori il naso.
Sarà forse un altro passo verso la vittoria di chi vuole che alcune notizie rimangano segrete?
Chi ha passato la maggior parte delle informazioni a WikiLeaks, Bradley Edward Manning (denunciato da un hacker Adrian Lamo), già marcisce in una galera, condannato a 35 anni di carcere, dopo essere stato tenuto in condizioni "considerate lesive dei diritti umani". Speriamo che per l'australiano Assange il futuro sia più roseo.
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