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| La Iena Enrico Lucci |
Sono anni che seguo il programma Le Iene e, nonostante anche in passato abbia condiviso poco alcuni servizi mandati in onda, oggi non posso proprio restare in silenzio.
Sono un giornalista pubblicista regolarmente iscritto all'albo. Dico questo perché non voglio che si pensi che sono il primo "facebookaro" che si diverte dietro uno schermo a giudicare e commentare. Al contrario ho vissuto nell'ambiente, sono stato censurato, ho lottato e perso spesso le battaglie per la giustizia di un'informazione che fosse coerente e corretta e adesso sto annaspando perché volevano continuare a pagarmi "per altri dieci anni almeno" a 0,04€ (4 centesimi) lordi a rigo.
Con il servizio sul sig. Mandarino la fiducia in voi ha ricevuto un duro colpo. Di certo il mio pensiero potrebbe non interessare affatto ad una Iena del suo calibro, ma lo esprimerò comunque per i lettori che arriveranno fino in fondo.
Il sig. Mandarino si è esposto al pubblico giudizio esprimendo, a modo suo, quello che è il sentimento di un popolo vessato e instupidito, un popolo che, come dice anche il nostro Inno Nazionale, non ha mai saputo essere unito.
Chiunque avrebbe capito, da uno qualsiasi dei suoi video, che egli è una persona semplice e di cultura non eccelsa (ma per niente stupido) che, con il modo di fare aggressivo e colorito, cerca di superare questo problema di fondo. Naturalmente sarebbe, com'è stato, un facile bersaglio per un giornalista navigato che avesse preparato bene il suo assalto e che, non andando in diretta, avesse tutte le armi del montaggio dalla sua.
Il montaggio, parliamone. Al di là di quello che potrebbe essere stato tagliato, le immagini che avete mandato durante il servizio ritraggono esclusivamente scene di devastazione, guerra e un Mussolini in costante compagnia di Hitler. Poi avete mostrato campi di sterminio e morti ammassati con le ruspe, cosa che in Italia non si è mai neanche lontanamente verificata. A tal riguardo ci terrei a ricordare che l'unico campo di concentramento italiano costruito a tale scopo (gli altri erano strutture adattate*) fu quello di Ferramonti di Tarsia e mai nessuno vi fu ucciso, nè torturato. Gli unici morti di morte violenta furono le vittime di un raid di aerei inglesi. Anzi, nel campo trovarono posto vere e proprie comunità che continuarono a vivere lì ben oltre la fine delle ostilità. La manipolazione quasi subliminale, indirizzata a voler definire il duce alla stregua di uno Stalin/Hitler, è perciò palesata in queste scelte non imparziali.
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| Benito Mussolini |
La realtà del ventennio fascista è ben diversa e se solo si studiasse la storia per quella che è stata e non per quella che i vincitori hanno voluto che fosse, allora si potrebbe comprendere quello che il sig. Mandarino non è riuscito ad esprimere, ma che, probabilmente a livello inconscio, sa essere giusto.
Prima di essere alleato con Hitler, Mussolini ricevette i complimenti da tutto quello stesso mondo che poi lo odiò per la scelta di "amici" sbagliati. Complimenti per quello che era riuscito a fare nel Paese, non certo complimenti per la marcia su Roma o le purghe all'olio di ricino, ma per la politica e la promozione del Paese ad un livello superiore.
Churchill e Roosvelt ammiravano Mussolini e lo stesso primo ministro inglese, passato alla storia come un eroe suo malgrado, una volta affermò "il fascismo ha reso un servizio a tutto il mondo" e poi riferendosi a Mussolini "se fossi italiano, sono sicuro che sarei stato con lui". Certo sono affermazioni di quando essere fascisti non voleva dire essere alleati di Hitler e sostenere i bombardamenti su Londra, ma qualcuno ha indagato anche il perché di questa alleanza. Sarebbe davvero eccessivo parlare anche di questo in una simile sede, ma basterà una ricerca sui testi giusti (non di parte), per capire.
Da vero storico professionista lei, sig. Lucci, ha accusato Mussolini di essersi alleato con il diavolo e ha affermato che mandava ai campi di sterminio gli ebrei. Simon Wiesenthal non mi pare si sia definito cacciatore di nazisti e fascisti, se fosse stato come lei ha detto, di certo lo avrebbe fatto. Quindi il legame campi di sterminio/Mussolini mi pare che lo abbiate proprio buttato lì tanto per fare un pò di scena in più, tranquilli, tanto l'interlocutore non lo sa che metterete queste immagini. In Italia si trattava di campi d'internamento dovuti alle ottuse e stupide leggi razziali promulgate, con tutta probabilità, per non essere invisi e invasi; Hitler, infatti, ormai era chiaro, avrebbe portato la guerra in Europa e chi non era con lui era contro di lui. Resta un ingiustificabile capitolo del fascismo, da leggere comunque con la lente dello zeitgeist del tempo.
Dato che più volte sono stati nominati i saccenti e maligni che, come lei ha sottolineato nel servizio, imputano al Duce e al regime omicidi e stragi, perché non parlare anche di quelli che sono stati fatti dai partigiani o dai governi "leciti" che sono venuti in seguito? A partire dall'omicidio del Duce stesso e della Petacci, a quanto pare ordinato da Churchill, per coprire i suoi rapporti idilliaci con il regime fascista e far sparire incartamenti che l'avrebbero compromesso.
Facciamo un breve e per nulla esaustivo elenco di crimini a partire dagli anni finali della guerra fino ad arrivare ai giorni nostri, così ci renderemo conto di quante persone siano morte senza motivo, trucidate da, o per conto di, o a causa del lassismo dello Stato. Eventi molto più gravi di qualcuno che, giustamente indignato, tende il braccio e grida "Viva il Duce!".
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| MENTRE LI AMMAZZAVANO FACEVANO PUBBLICITA' COSI'. Volantino distribuito alla vigilia del referendum Monarchia/Repubblica (1946) |
I comunisti italiani negli ultimi anni di guerra e nell'immediato periodo successivo uccisero 3000 persone nel bolognese, 4000 nel reggiano e nel modenese, 1300 nell'entroterra di Ferrara, 600 nei dintorni di Piacenza, 500 nel ravennate, 200 a Forlì e 600 nel parmense. Senza tener conto delle altre migliaia che non sono registrate e registrabili.
Ah già, ma voi avete fatto un paio di nomi. Facciamone qualcuno anche noi, ma non solo di civili, facciamo i nomi di qualcuno che ai comunisti ha sempre dato fastidio, i preti.
- Don Ernesto Talè, ucciso con la sorella l'11 dicembre 1944;
- Don Giuseppe Guicciardi, parroco di Mocogno, ucciso il 10 giugno 1945;
- Don luigi Lenzini, parroco di Crocette di Pavullo, ucciso il 21 luglio 1945;
- Don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli, ucciso il 15 gennaio 1946;
- Don Giuseppe Tarozzi, parroco di Riolo, probabilmente torturato e arso in un forno.
La lista può andare avanti ancora moltissimo, sono centinaia e tutti uccisi in modi atroci e con accuse false.
Da bravi eroi i partigiani non risparmiarono nemmeno le donne:
- Rosaria Beltracchi Paltrinieri e Jolanda Pignati violentate dinanzi ai mariti ed ai figli, poi condotte al cimitero e sepolte vive.
- Ines Gozzi, violentata dinanzi al padre e con lui giustiziata con un colpo alla nuca. I corpi vennero poi gettati in un pozzo nero. I colpevoli vennero assolti perché avevano compiuto "un'azione di guerra".
- Jolanda Pirondi, 18 anni, colpevole di aver rifiutato le avance di un partigiano comunista, venne da lui "eroicamente" accusata di essere una spia e fu giustiziata in un campo. Gli esecutori vennero identificati e processati, ma furono assolti perché avevano compiuto "un'azione di guerra".
- Come dimenticare, infine, la sorte dei sette fratelli Govoni. Prelevati in pieno giorno, seviziati e uccisi a calci, pugni e colpi di spranga. Seppelliti in luogo segreto perché il terrore di una simile sorte e la paura dell'oblio totale spingesse la popolazione a temere i vari "Ultimo", "Drago", "Zampo".
Moltissimi dei morti ammazzati dai partigiani non erano neanche lontanamente collusi con un fascista, ma vennero travolti dalla furia "eroica" dei rossi ebbri di potere e impunità.
Poi si è passati al periodo della guerra fredda, alla strategia della tensione e alle stragi di Stato,come piazza Fontana, la stazione di Bologna, Portella della Ginestra e le decine di omicidi di copertura e "tattici". Omicidi perpetrati perché lo Stato non si spostasse all'estrema sinistra, stragi compiute a caso tra la folla. Ancora oggi possiamo proseguire l'elenco di morti ordinate o "suggerite" da politici e politicanti, collusioni con la mafia e trattative con delinquenti della peggior specie. Eppure fa scalpore l'omicidio degli oppositori di un regime. Certamente è un atto esecrabile e da condannare, ma se lo si presenta con un "oohh" di stupore come se tutti gli altri prima dopo e durante non avessero le mani sporche di sangue fino ai gomiti e oltre, mi sembra che si sia parziali fino al ridicolo.
Nessun omicidio è giustificabile, lo ripeto per non poter essere in alcun modo frainteso o interpretato a piacimento, ma fino a che punto è onorevole puntare il dito e consentire ad altri di nascondere il mitra dietro la schiena?
In altri termini, caro signor Lucci, perché non va a fare una bella intervista strafottente a qualche ragazzotto con lo spinello in bocca e la maglietta rossa con stampata la faccia di Che Guevara?
Perché non gli fa presente che le ideologie in cui crede e le cose di cui è convinto nascondono alle spalle torture, gulag, stupri, massacri, genocidi e milioni di morti?
Certo non sarebbe pittoresco come con il sig. Mandarino, ma credo che, a meno di organizzare la cosa con qualcuno compiacente, raccoglierebbe molti schiaffi anziché la gentilezza e la cortesia di cui le ha fatto pregevole dono il sig. Mandarino.
Un'ultima cosa. Potrebbe spiegare meglio (non che ce ne sia reale bisogno) cosa vuol dire quando insiste nel ripetere "esistono ancora uomini così"?
Soprattutto quando un'affermazione del genere, in un'intervista del genere, viene da lei che ha affermato: “Non mi piacciono le goliardate né l’atteggiamento da simpaticoni che adottiamo in certi servizi". A me pare che l'atteggiamento da "simpaticone" non le sia mancato in questa intervista. D'altra parte è sempre lei la stessa persona che annovera come "più grande soddisfazione professionale" l'aver fatto rinnegare Mussolini a Fini, quindi diciamo che la sua è proprio una questione personale con il Duce.
Quella che è mancata al sig. Mandarino è stata la memoria di alcune cose fatte dal Duce come (e ce ne sono moltissime altre oltre quelle elencate):
- Tutela lavoro donne e fanciulli (R.D. 653 - 26/4/1923);
- Assistenza ospedaliera per i poveri (R.D. 2841 30/12/1923);
- Assicurazione contro la disoccupazione (R. D. 3158 - 30/12/1923);
- Maternità e infanzia (R.D. 2277 - 10/12/1925);
- Assicurazione contro la TBC (R.D.2055 -27/10/1927);
- Esenzioni tributarie famiglie numerose (R.D.1312 - 14/6/1928);
- Opera nazionale orfani di guerra (R.D. 1397 - 26/7/1929);
- INAIL (R.D.264 - 23/3/1933);
- Istituzione libretto di lavoro (R.D. 112 - 10/1/1935);
- INPS (R.D.18274/10/1935);
- Riduzione settimana lavorativa a 40 ore (R.D. 1768 - 29/5/1937);
- ECA (R.D. 847 - 3/6/1937);
- Assegni familiari (R.D. 1048 - 17/6/1937);
- Casse rurali e artigiane (R.D.1706 - 26/8/1937);
- INAM (R.D. 318 - 11/1/1943).
- Assistenza ospedaliera per i poveri (R.D. 2841 30/12/1923);
- Assicurazione contro la disoccupazione (R. D. 3158 - 30/12/1923);
- Maternità e infanzia (R.D. 2277 - 10/12/1925);
- Assicurazione contro la TBC (R.D.2055 -27/10/1927);
- Esenzioni tributarie famiglie numerose (R.D.1312 - 14/6/1928);
- Opera nazionale orfani di guerra (R.D. 1397 - 26/7/1929);
- INAIL (R.D.264 - 23/3/1933);
- Istituzione libretto di lavoro (R.D. 112 - 10/1/1935);
- INPS (R.D.18274/10/1935);
- Riduzione settimana lavorativa a 40 ore (R.D. 1768 - 29/5/1937);
- ECA (R.D. 847 - 3/6/1937);
- Assegni familiari (R.D. 1048 - 17/6/1937);
- Casse rurali e artigiane (R.D.1706 - 26/8/1937);
- INAM (R.D. 318 - 11/1/1943).
Caro sig. Lucci, ci faccia un piacere, venga a parlare con qualcuno che la storia la conosce e studi bene prima di dire boiate, perché probabilmente è lei stesso a beneficiare di alcune delle istituzioni volute nel ventennio fascista. Ah, dato che il programma de "Le Iene" non è registrato, perché non facciamo uno strappo alla regola e andiamo in diretta una quindicina di minuti? Vedrà che magari le piace!
Ci tengo a precisare che quanto scritto è stato messo nero su bianco sull'onda di forti emozioni ed alle tre di notte. Ho trascritto le sensazioni e i pensieri che mi hanno colpito come un maglio guardando la gogna a cui lei ha sottoposto il mio conterraneo, reo di aver palesato una preferenza. Un'opinione che, caso raro nell'universo, non può essere espressa perché esiste un articolo della Costituzione che lo impedisce (anche se si applica ad personam). Se il sig. Mandarino avesse detto che solo Che Guevara redivivo potrebbe risolvere la situazione italiana incitando il popolo con un "dispara, cojudo, dispara! Cierra los ojos y dispara!" (Spara, codardo, spara! Chiudi gli occhi e spara!), magari qui non staremmo neanche a parlarne.
Mi scuso, perciò, per le possibili imprecisioni sia nel modo di scrivere che nei dettagli storici che ho riportato perlopiù a memoria, mi riservo comunque di correggere eventuali sviste. Ritengo tuttavia fondamentale dire ciò che si è detto e confermo l'invito a parlare con qualcuno che la storia la sa e, soprattutto, che non sia comunista.
Roberto Salvidio
Nel video un paio di cose fatte nel Ventennio:
*Per una lista esaustiva dei campi di internamento italiani visitate http://www.lager.it/campi_concentramento_italiani.html
Dalla stessa fonte si evince che i campi erano regolamentati con norme che avevano questo tenore: "Con un apposito Regolamento è disciplinata l’attività degli internati e i loro diritti e doveri. Possono svolgere alcuni lavori, conformi al loro rango, ricevendo un equo compenso, determinato dal Ministero dell’Interno. Devono essere trattati con umanità e devono essere protetti contro ogni offesa o violenza e non possono essere destinati in località esposte al fuoco nemico (vicino al Fronte di guerra) o insalubri.
Hanno diritto alla libertà di religione e di culto e conservano gli effetti e gli oggetti di uso personale. Normalmente, di giorno, possono circolare nei dintorni del Campo e nel Paese vicino, ma non possono interessarsi di argomenti politici o militari.
Le spese per il loro mantenimento sono a carico dello Stato, salva rivalsa sui loro beni o sul compenso da essi percepito per il loro lavoro. Se il Campo non ha la mensa, mangiano presso trattorie pagando con il sussidio del Ministero dell’Interno..."
Ebbene queste regole mi piacerebbe fossero applicate oggi a tutti noi disoccupati, prigionieri nelle nostre case. Liberi solo di vedere i nostri genitori agonizzare dopo una vita di onesto lavoro, con una pensione che li riesce a sfamare a malapena, indifesi contro le offese e le violenze.
Certo era proibito interessarsi di politica, sembra una privazione importante, ma che effetti ha sulla realtà? Cambia davvero qualcosa parlarne e lamentarsi?
Inoltre oggi le spese per il mantenimento di chi è meno abbiente sono davvero delegate allo Stato? Eppure vedo sempre più persone che dormono nei cartoni e mangiano spazzatura.
Non sto dicendo che fosse idilliaco vivere in un campo, ma la realtà odierna di certo non è rose e fiori, e la libertà che sembra ci abbiano concesso i politici è falsa come la democrazia che si ostinano a nominare quando sono messi alle strette.
Le immagini provengono da:
http://www.giornalettismo.com/archives/588253/bruno-vespa-e-il-duce-che-ci-salvo-dalla-crisi/vespa-duce-giornale/
http://www.affaritaliani.it/entertainment/la_iena_enrico_lucci_si_racconta_con_affaritaliani_it180110.html
http://parliamoitaliano.altervista.org/il-pci-non-e-ateo/

















